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Bambina con lente di'ngrandimento

Come trovare la propria passione e seguirla per essere felici

Cosa ti piaceva fare quando avevi 6, 7, 8 anni? Sapresti identificare il giorno in cui la maggior parte dei bambini smette di fare le cose perché piacciono ma perché sono invece “utili” o “hanno un riscontro sul mercato”?

Nessuno sa dare una risposta precisa, ma ad un certo punto i bambini soffiano le candeline e non sanno che sarà l’ultimo compleanno in cui si sentiranno liberi di giocare e fare le cose perché gli piacciono.

Tra poco inizieranno a pensare a “diventare grandi”. Inizieranno a distinguere le cose tra “utili” e “non utili”. Non sapranno più cosa gli piace, le loro passioni, senza usare il filtro del “lavoro”. Inizieranno ad analizzare, a dedicare tempo ed energie solo a ciò che porta guadagno, a fare una lista di priorità, spesso relegando le proprie passioni agli ultimi posti. Il massimo che si riesca a mantenere è un hobby, che spesso però non coincide con la propria grande passione.

Dove si nasconde la mia vera passione?

Si parla spesso di “trovare”, oppure “scoprire” la propria passione. Queste parole implicano che ci sia qualcosa di nascosto, occulto, o non evidente alla vista. Se devi trovare la tua passione, allora si è nascosta: dove si trova ora?

L’implicazione del trovare la propria passione è che tutti, a un certo punto della propria vita, la nascondano. Coperta sotto strati e strati di “ma è utile?”, “mica è un lavoro…”, “ma a cosa ti serve fare questo?” e frasi simili.

E così le passioni si nascondono dietro il pensiero del proprio lavoro. E la gente passa vite a cercarle. Senza successo.

Nel gruppo Telegram TribekeCommunity riceviamo spesso questa domanda, soprattutto quando le persone si trovano in un momento di cambiamento profondo. In realtà, questo è un interrogativo che ci viene posto da anni.

Io non penso sia possibile trovare la propria passione, ma posso comunque aiutarti.

La propria passione si può scoprire (ciò che prima era ignoto), implementare, seguire, e molto altro. Si può esplorare la propria passione.

Molte persone perdono la capacità di farsi le domande giuste, quindi quando cercano la propria vera passione, non trovano nulla.

La domanda per trovare la propria passione: cosa mi appassiona?

L’unica domanda che dovremmo farci è: cosa mi piace? Cosa mi fa rimanere insonne la notte perché continuo a pensarci? Cosa voglio fare quando ho del tempo “libero” se sento che non sto facendo qualcosa che mi può gratificare? Cosa adoro fare e faccio a prescindere da tutto?

Un bambino sa dare risposte migliori di un adulto a queste domande, perché non ha filtri. Un adulto fa più fatica a trovare qualcosa con cui rispondere, perché ha perso la capacità di implementare e seguire le passioni in base a quello che gli piace. E quindi il fuoco vitale della passione va spegnendosi. Ma si può lavorare anche con le ceneri e legare con le braci.

Come posso trovare la mia passione? È una domanda che va verso l’esterno, come se la passione fosse un oggetto da trovare o un titolo da conseguire come una qualifica di lavoro o una laurea, definito e preciso.

Cosa mi appassiona? È una domanda che si proietta verso l’interno, dove esistiamo solo noi, dove non ci sono paragoni e modelli, ma solo quello che amiamo fare e che sentiamo di voler seguire, anche se non rappresenta un titolo di studio o un ruolo in azienda preciso.

Il tempo scorre per tutti

Non lo dico per fare memento mori, ma per dire che i giorni passano per tutti e quelle ore vengono usate a fare qualcosa.

Ogni giorno ci si trova davanti a delle scelte, delle ore e delle attività.

La prima cosa da fare quando si pensa alle proprie passioni è osservare come gestisci il tempo.

Come usi le ore della giornata?

Cosa fai negli spazi assenti dal lavoro e attività fisse?

Prendere in considerazione che quello che facciamo ogni giorno è una scelta è il primo passo per comprendere cosa vorremmo fare. 

A prescindere dalle conseguenze – tutto quello che fai qui e ora è una scelta.

Inutile pensare che un giorno cambierà tutto e improvvisamente la passione che cerchi si presenterà a farsi ammirare: è qualcosa che possiamo risolvere solo noi.

Torna alla domanda: cosa fai negli spazi alternativi al lavoro e alle attività fisse?

Fai delle cose che ti appassionano e ti piacciono a prescindere da quanto siano “utili” o “hanno mercato”? 

Il 99% delle volte sappiamo esattamente cosa ci piace e cosa vorremmo fare per la nostra crescita personale.

Sono le strutture di pensiero derivate dall’ambiente e dalla società dove cresci a creare tutte le complicazioni di pensiero che rimangono con te per il resto della tua vita.

Il bambino fa. E continua a fare. Perché è spinto dal desiderio.

Quel senso di libertà è da conservare nella vita. Molti lo perdono, pensando che non sia utile, che “la vita reale” non vada così. Davvero? 

Ci sono innumerevoli esempi di persone che hanno realizzato quello che desideravano, seguendo qualsiasi tipo di passione ed essere.

Ed esiste un numero ancora maggiore di persone che hanno faticato la loro intera vita allo stesso modo delle persone nell’esempio sopra, se non anche di più, facendo cose che non gli piacevano o che odiavano.

La verità è che “la vita reale” va esattamente così. La nostra struttura emotiva e psicologica vorrebbe sempre seguire quello che ci piace fare nella vita, la felicità è il nostro stato naturale, proprio come quando eravamo bambini. Semplicemente cambiano le regole del gioco, cambiano i tabelloni, ma questo principio rimane intatto.

Esistono due modi di vivere la vita: vivere la vita che si desidera o vivere la vita di qualcun altro. Quindi il mondo reale funziona esattamente secondo il principio che apprendiamo da bambini.

La passione non è un oggetto

Per me un esempio eclatante sono le dirette di #radiofreedom.

Per riassumere la storia dietro le dirette, riporto le parole di Koan quando gli viene chiesto come siamo arrivati a oltre 1600 dirette:

“Io faccio le dirette di #radiofreedom ogni giorno perché mi piace. Non mi sono svegliato un giorno e mi sono messo a tavolino con una serie di formule decidendo che avrei dovuto fare #radiofreedom e cosa sarebbe successo sicuramente.

Ho acceso la videocamera spinto dal desiderio di farlo per condividere un episodio di quella giornata, volendo condividere esperienze e conoscenze con altre persone. Non avrei potuto mai sapere che saremmo arrivati a più di 1600 puntate o che avremo cambiato nome, canale, avuto interviste, altri interventi e molto altro. Non sapevo sicuramente che sarebbe diventato il battito della nostra community. Come potevo averne idea?

#radiofreedom è una naturale estensione della mia passione di aiutare le persone a vivere la vita che desiderano. Ho seguito il desiderio della passione e sono arrivato qui. Non mi sono mica chiesto se farlo perché non c’era proprio un’altro #radiopincopallino che potevo seguire.”

Credo che la storia di #radiofreedom rappresenti esattamente questo concetto.

La passione non è un oggetto, non è un titolo di studio. La passione non è un equazione e tanto meno l’ispirazione che arriva in modo chiaro e preciso. Tutti noi siamo armati da due capacità straordinarie: quelle di fare nostre le cose e l’originalità.

È un peccato sprecare la propria vita a fare le cose allo stesso modo di altre persone prima di noi, perché è sia impossibile sia un gran spreco appunto delle nostre capacità.

I titoli di studio, le professioni, gli obiettivi, i premi… non sono passioni. Sono strumenti. Un titolo di studio non è la tua passione, è un tassello, uno strumento che ti serve a costruire la tua passione. Potrai darle un nome, ma il modo in cui Steve Jobs “costruisce computer” era radicalmente diverso da come lo faceva Gates. Come mai? Ad esempio Jobs aveva fatto classi di calligrafia perché gli piaceva, Gates no. Una delle cose che li ha resi persone diverse. I nomi sono etichette generali, ma non sono il tutto. Sono una piccola frazione.

Le passioni sono un ecosistema complesso di azioni, preferenze, modi di fare, esperienze e studi che ci portano ad esprimere il massimo di noi stessi.

Quante persone non seguono le loro passioni perché non trovano “nessuno come loro”, nessuna etichetta che li soddisfa o esempi che possono seguire alla cieca.

La tua passione non esiste da nessun’altra parte. L’etichetta forse (paracadutista, rockstar, biologo, astronauta…) ma non è la stessa cosa.

Le passioni non vanno trovate. Vanno coltivate e seguite, perché non sono un oggetto definito e chiuso come un titolo di studio o una professione.

Le passioni, come la vita, non sono una destinazione. Sono un percorso, sono in costante trasformazione. La passione non è un contenitore chiuso o un numero di serie.

Per questo si dice la passione che “arde”: come un fuoco, non ha contorni definiti, si espande senza forma definitiva e deve essere alimentato costantemente.

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